Internet e la democrazia
Internet è uno strumento democratico. Credo che la mia grande passione per il web nasca proprio da questo. Non sto parlando dell’uso di Twitter nella primavera araba, quando, più banalmente, dell’uguaglianza delle aziende in rete. Mentre su media classici è la cosiddetta “pressione” a garantire visibilità, cioè quanto più un’azienda spende, tanto più è visibile (fino ai limiti della nausea…), sul web partono tutti alla pari. Sono la creatività e la bontà dell’iniziativa a fare la differenza. Non è l’ammontare dell’investimento, quanto piuttosto il gradimento da parte degli internauti (e il conseguente passaparola) a decretare il successo o l’insuccesso di un’operazione. E spesso le idee apparentemente più semplici si rivelano le più azzeccate. Ecco due attività, di cui ho letto di recente, che mi sono piaciute molto: il ristorante danese Noma, uno dei 50 migliori locali al mondo secondo la rivista inglese Restaurant, ha deciso di utilizzare Twitter per comunicare in tempo reale le prenotazioni cancellate all’ultimo minuto. Un servizio molto gradito, visto che il tempo medio di attesa per trovare un tavolo si aggira normalmente sui 3 mesi. E poi il Guggenheim Museum di New York, in occasione della retrospettiva su Maurizio Cattelan, ha pensato di organizzare una sessione di domande e risposte su Twitter con la curatrice Nancy Spector. Era possibile inviare domande via mail, Facebook o attraverso lo stesso Twitter. Esperti o semplici appassionati hanno avuto la possibilità di dialogare con chi in prima persona si era occupato della mostra, ottenendo informazioni, notizie e anche qualche "dietro le quinte". Anche questo un bell'esempio di apertura e democrazia. E chissà quante altre storie simili ci sono... Niente costi faraonici, solo di buone idee. Dalla grande azienda al singolo imprenditore, dalla piccola realtà all'associazione no profit: il web può essere davvero per tutti. Evviva internet, allora!