Cronaca Pop di Widiba: quando sono i dipendenti a raccontare l’azienda.
Secondo una ricerca Glassdoor, realizzata su un campione di 750 persone occupate e in cerca di lavoro sul mercato italiano, per l’86% degli individui è più importante trovare la giusta cultura aziendale che guadagnare di più.
Ho scritto della cultura aziendale tempo fa (e a distanza di due anni resta uno dei post di maggior successo), così come ho ribadito più volte l’importanza di raccontare l’azienda attraverso la voce dei suoi collaboratori: solo chi conosce e vive l’azienda quotidianamente può infatti restituirne un racconto autentico e far comprendere a chi sta fuori qual è la cultura dominante.
Non sto parlando dei racconti attraverso slogan o messaggi preconfezionati da qualcuno a tavolino, che si vedono spesso nelle campagne di campagne di Employer Branding, quanto piuttosto nell’avere il coraggio (sì, proprio il coraggio), di dare la parola ai dipendenti, perché ciascuno di loro possa raccontare la “sua” storia aziendale, che è unica e personale, e che quindi sicuramente non può essere scritta da terzi, pena una perdita di autenticità.
Mi riferisco agli immancabili alti e bassi, alle gioie così come ai dolori, alla voglia di provare, magari sbagliare e comunque riprovare un’altra volta.
A poco a poco tutti questi racconti vanno a comporre la storia dell’azienda, una narrazione “ufficiosa”, e per questo decisamente autentica, molto di più rispetto a quanto potrebbe essere una biografia ufficiale. Anche perché nelle biografie ufficiali si tende a celebrare esclusivamente le vittorie, senza mai davvero raccontare l’impegno, lo sforzo, ma anche le frustrazioni che stanno dietro ai successi di un’organizzazione.
E se tutti questi racconti insieme andassero a comporre i capitoli di un libro?
C’è un’azienda che l’ha fatto davvero: sto parlando di Widiba, che ormai da qualche mese ha pubblicato “Cronaca Pop di Widiba”, la storia dei primi 5 anni di vita della banca, raccontata attraverso le storie dei suoi collaboratori, quindi in maniera originale, diversa, insolita, ma soprattutto, lo ripeto ancora una volta, autentica.
È un modo perfetto per scoprire qual è la cultura di questa banca, la sua “anima”, come direbbe qualcuno.
Perché leggerlo?
Innanzitutto perché è una novità nel panorama italiano (e forse anche internazionale). Con questo libro Widiba ha deciso di affidare il suo storytelling alle parole dei suoi collaboratori, rinunciando in un certo senso mantenerne il controllo, e affidando invece il timone nelle mani dei suoi tanti storydoers.
E poi bisogna leggerlo per capire cosa si nasconde dietro il termine start up, parola oggi molto inflazionata, quasi “di moda”: al di là dei momenti sotto i riflettori, lavorare per una start up significa infatti anche tanto impegno e sacrificio, lunghe ore in ufficio, pizze mangiate alla scrivania (quando si ha la fortuna di averla!) e settimane lavorative di 7 giorni, come raccontava anche Alessandra Lomonaco nella sua intervista di qualche settimana fa… Naturalmente senza mai perdere l’entusiasmo e vivendo ogni successo (o insuccesso) come se fosse qualcosa di personale (perché in effetti lo è).
Da ultimo, ma non per questo meno importante, Cronaca Pop di Widiba dimostra quanto siano sempre le persone, il famoso “fattore H” a fare la differenza, anche in una banca ad alta componente tecnologica.
Potete trovare Cronaca Pop nelle librerie Feltinelli (oppure comprarlo online.
Leggetelo, non ne sarete delusi!