Che cosa è la cultura aziendale
La cultura aziendale è l’insieme di tutte quelle regole scritte e non scritte che determinano il comportamento di un’organizzazione, la sua attitudine a reagire in un certo modo nella quotidianità, ma anche nelle situazioni straordinarie.
Wikipedia ci dice che: “La cultura organizzativa si concretizza nei comportamenti, nei valori e nelle relazioni che caratterizzano l'organizzazione stessa, sia al suo interno che con l'ambiente esterno”.
In un interessante articolo dell’Harvard Business Review dal titolo Changing company culture requires a movement, not a mandate, la cultura aziendale viene paragonata al vento, “…invisible, yet its effect can be seen and felt”.
Da dove ha origine la cultura aziendale? Le aziende di matrice imprenditoriale spesso “respirano” la visione del mondo (e del business) di chi ha creato l’azienda, i valori e il credo dell’imprenditore.
In un’azienda multinazionale la cultura è dettata in primis dai manager che si sono succeduti nel corso degli anni e da quella che è la loro visione del business e del modello organizzativo, ma anche da ciascun dipendente che ogni giorno contribuisce a fare la storia dell’azienda.
Qualche settimana fa tutti guardavano con un misto tra l’ammirazione e la preoccupazione Jeff Bezos dopo la sua acquisizione dei supermercati Whole Foods. Ciò che Bezos ha saputo fare (al contrario dei suoi concorrenti, diretti e indiretti) è stato agire, passare dall’idea all’azione, perché l’innovazione è nel suo DNA e quindi nella cultura che permea l’intera Amazon. Mai fermarsi, sembra volerci dire il buon Jeff, anche quando si gode di una posizione dominante: Amazon è in assoluto il leader nel suo mercato, il benchmark per moltissime aziende che decidono di avvicinarsi all’e-commerce. Solo questo sarebbe bastato a tante altre aziende per decidere di mantenere lo status quo, ma il successo oggi si ottiene solo uscendo dalla propria comfort zone, come scrivevo in un post sugli scenari per il 2017.
In Italia sembra prevalere ormai da anni una cultura ostile ad ogni tipo di cambiamento (nelle aziende così come altrove): ogni novità viene vista con sospetto; abbiamo sentito tutti almeno una volta l’ormai celeberrima frase “abbiamo sempre fatto così”, per giustificare scelte di business e comportamenti volti a mantenere lo status quo.
Ho avuto l’occasione di intervistare manager di aziende differenti per un progetto che partirà a breve, e la frase che ciascuno di loro ripeteva era la stessa: “Abbiamo un problema di cultura aziendale che rallenta il cambiamento”.
Lo stesso Marco Bizzarri, CEO di Gucci, durante un’intervista al Corriere Economia, ha dichiarato: “La resistenza di manager e dipendenti allo status quo frena spesso le migliori intenzioni. Cambiare costa fatica, perché impone di rimettersi in discussione”.
Il cambiamento visto come una minaccia e non come una grande opportunità di crescita; un po’ come vedere il bicchiere mezzo vuoto anziché mezzo pieno…
Cambiare la cultura aziendale è sicuramente la cosa più difficile da realizzare all’interno di un’organizzazione, esattamente come è difficile modificare i comportamenti quotidiani di ciascuno di noi: siamo creature abitudinarie, preferiamo continuare a vivere in una situazione di disagio, che però ci è familiare, piuttosto che esplorare alternative che potrebbero farci stare meglio.
Non esiste una formula magica per farlo; innanzitutto è fondamentale che la volontà di cambiare sia presente ad ogni livello, non solo a livello manageriale, e poi alle parole devono necessariamente seguire i fatti (…e qui la percentuale di chi davvero riesce a cambiare scende drammaticamente).