Stefania Boleso

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Lego torna sui suoi passi

Vi ricordate Lego Friends? Si tratta della linea di mattoncini appositamente creata per le bambine dai cinque anni in su, lanciata dall’azienda danese solo qualche mese fa.

Segmentare ulteriormente il target con un prodotto destinato esclusivamente al genere femminile sembrava essere un ottimo modo per ottenere un maggior numero di consumatori (ops... consumatrici) e di conseguenza un maggior fatturato.

“This is the most significant strategic launch we’ve done in a decade,” dichiarò Jørgen Vig Knudstorp. Lego Group Chief Executive Officer.

In realtà l’idea non era piaciuta proprio a tutti (sottoscritta compresa). Come era possibile che i famosi mattoncini con cui tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo giocato si spingessero a cavalcare i peggiori stereotipi?

Pare che le lamentele siano state numerose. Una petizione firmata da oltre 55.000 persone, nonché  gruppi spontanei nati un po’ ovunque in rete per commentare la nuova linea, hanno convinto i vertici aziendali a tornare sui propri passi e cercare di capire come muoversi per evitare che Lego Friends si trasformi in un boomerang.

I suggerimenti vanno nella direzione dell'inserimento di più personaggi femminili nelle linee già in commercio, piuttosto che verso una comunicazione pubblicitaria destinata ad entrambi i generi e non esclusivamente rivolta ai bambini. In altre parole, un miglioramento di ciò che Lego è già nella mente di ciascuno di noi oggi, senza stravolgimenti non necessari.

Personalmente ho apprezzato molto questo cambio di rotta. Non tutte le aziende hanno l’umiltà di riconoscere pubblicamente di avere sbagliato, per cercare poi di mettere a punto un’offerta tailor made facendosi aiutare dai suoi consumatori.

Lego ha dichiarato di volerlo fare. Proprio per questo credo che l’obiettivo aziendale - “We want to reach the other 50 percent of the world’s children” – sia ancora raggiungibile. Magari però in maniera più innovativa e meno stereotipata.