𝐋’𝐞𝐦𝐩𝐥𝐨𝐲𝐞𝐫 𝐛𝐫𝐚𝐧𝐝 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐛𝐫𝐚𝐧𝐝 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨.

Tutte le aziende ce l’hanno, che lo vogliano o meno.
Esserne consapevoli e avere ben chiaro qual è il proprio brand significa poterlo gestire in maniera attiva, anziché lasciare che sia determinato esclusivamente da ciò che dicono gli altri.

La famosa frase di Jeff Bezos: “Il tuo brand è ciò che dicono di te quando non sei nella stanza” vale anche per un’azienda.

𝐔𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐮𝐧’𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐡𝐚 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐄𝐦𝐩𝐥𝐨𝐲𝐞𝐫 𝐁𝐫𝐚𝐧𝐝, 𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐮𝐫𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐝𝐢 𝐄𝐦𝐩𝐥𝐨𝐲𝐞𝐫 𝐁𝐫𝐚𝐧𝐝𝐢𝐧𝐠.

Non parliamo soltanto di comunicazione esterna per attrarre nuovi talenti, ma di iniziative che riguardano innanzitutto chi è già parte dell’azienda: smart working, formazione e percorsi di crescita interna sono iniziative di Employer Branding che non basta implementare. È altrettanto fondamentale comunicarle in modo efficace per influenzare attivamente la percezione dell’organizzazione.

In breve, 𝐨𝐜𝐜𝐮𝐩𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐄𝐦𝐩𝐥𝐨𝐲𝐞𝐫 𝐁𝐫𝐚𝐧𝐝𝐢𝐧𝐠 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐟𝐚𝐫 𝐯𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐛𝐫𝐚𝐧𝐝 𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐝𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 (i collaboratori) 𝐞𝐝 𝐞𝐬𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 (i potenziali talenti e il mercato del lavoro più in generale).

I dipendenti, in questo senso, giocano un ruolo chiave. Parlano già dell’azienda in modo informale, con amici e familiari, e lo fanno anche online (potere del passaparola).

Ecco dunque che quei collaboratori che si sentono più vicini all’Employer Brand dell’organizzazione, che sposano cioè la sua cultura e i suoi valori, possono diventare anche (Employer) Brand Ambassador e quindi aiutare l’azienda a raccontarsi, in maniera più autentica e credibile.

Il tema non è certo nuovo, ma è sempre più rilevante.
Ecco perché è utile ribadire alcuni principi chiave: conoscere è la base per compiere scelte più consapevoli.